Intervista a Carlos Corona

Martedì, 7 Luglio 2009

Il tecnico delle madrilene spiega l'organizzazione della Divisione iberica di calcio a 5: “In tutta la penisola presenti solo 10 giocatrici straniere. Le società possono tesserarne solo 2”. La visibilità mediatica: “Inferiore rispetto al maschile, meno male che ci sono le tv regionali”...


Il Real Statte a Barcellona, occasione di nuovi incontri, relax, divertimento ma anche occasione di confronto. Qualche spesa folle, un incredibile esubero di giocatrici straniere, la mancanza di un campionato nazionale e una visibilità mediatica non propriamente evidente: è il quadro generale della situazione del calcio a 5 femminile in Italia, che risente della maggior popolarità del più famoso calcio a 5 maschile. E in Spagna invece? Le risposte arrivano da Carlos Corona, allenatore della Millenium Pinto, società di Madrid, che ha concluso al quinto posto il campionato di serie A spagnolo. Dalle sue parole arrivano interessanti dati di confronto, vedi per esempio, il numero massimo di giocatrici straniere tesserabili e quelle presente in totale nel “futbol sala femenì” spagnolo. Ma non solo, leggere per credere.

A quando risale il primo campionato di calcio a 5 femminile spagnolo e com'era organizzato nei primi anni?

“Circa venti anni fa. Sullo stampo del calcio a 5 maschile vennero successivamente plasmate le compagini femminile. C'erano quattro gironi da sette squadre e le prime due per ogni raggruppamento avevano accesso ai play-off”.

E adesso come è organizzato il campionato?

“C'è la divisione nazionale (division d'honor) a cui partecipano 16 squadre e la serie B, chiamata “Division de Plata”. In B ci sono quattro gruppi da 14 squadre, una per ogni girone viene promossa in A dalla quale ne scendono, quindi, altre quattro. Inoltre ogni regione ha anche una Categoria Giovanile composta da 12 società che si contendono il titolo nazionale”.

Parli un po' della serie A. C'è equilibrio oppure ci sono squadre che fin da subito segnano il passo?

“No no, direi che c'è molto equilibrio. Quest'anno ha vinto il Cordoba, ma al termine di un campionato tirato fino all'ultima giornata. Basti pensare che noi siamo arrivati quinti con un ritardo di dieci punti dalla vetta. Fino alla terza in classifica il divario non è certamente evidente. Diciamo che fino le prime otto si contendono lo scudetto e le altre otto lottano per non retrocedere”.

In vista della partita di campionato, quanti allenamenti sostiene mediamente una squadra iberica?

“Più o meno tutte le squadre svolgono tre sedute, dove cerchiamo di abbracciare tutte le tipologie possibili di allenamento. Fisico, tattico e tecnico. In questo caso, dunque, non ci sono molte differenze con le squadre italiane”.

Passiamo all'aspetto economico. Quanto spende una squadra della Divisione Nazionale per un piazzamento tranquillo? E le compagini di vertice?

“Come dicevo prima, noi abbiamo concluso questo campionato al quinto posto in classifica e per un piazzamento come questo sono necessari almeno 90.000 euro, anche 100.000, ma bisogna considerare che le nostre trasferte interessano tutto il territorio spagnolo. Per un campionato di vertice, invece, non si può scendere dai 200.000 euro. Per quanto riguarda uno stipendio medio, le nostre ragazze percepiscono una paga mensile di 300 euro, solo in alcuni casi si arriva a 400, è molto difficile. Le giocatrici più importanti però, prendendo sempre come esempio le squadre del podio, possono tranquillamente guadagnarne anche 1000 al mese. Io, invece, percepisco 450 euro, sempre al mese. La paga di un allenatore è questa. Ma i miei colleghi delle squadre di vertice guadagnano di più, anche 600 e 700 euro. Questa disciplina sta crescendo molto, ma quasi tutte le calciatrici, tranne gli esempi pocanzi citati, lavorano e studiano. E' raro poter vivere di solo calcio a 5”.

Capitolo giocatrici straniere. Qual è il limite massimo di tesseramento?

“Dando un'occhiata a tutti i nostri campionati ci sono soltanto dieci giocatrici straniere. Ogni squadra, comunque, può tesserarne soltanto due, a differenza dell'Italia dove si possono formare squadre di sole straniere”.

Ci può illustrare l'organizzazione mediatica del vostro campionato? Come reputa la visibilità del futbol femminile nella sua nazione?

“Purtroppo, rispetto al maschile, la visibilità è inferiore. A livello nazionale viene trasmessa soltanto una partita a settimana, sempre dei ragazzi. Fortunatamente il femminile riesce a sopperire grazie alle televisioni regionali, che garantiscono un'ottima visibilità. Per quanto riguarda i giornali, nessuna società dispone di un addetto stampa, è una figura che non esiste negli organigrammi societari. C'è solo un giornalista, scelto dalla divisione, che reperisce informazioni di tutte le squadre, ma spesso ci si limita al solo risultato e solo sporadicamente qualche informazione durante la settimana.

In Spagna, a differenza dell'Italia, avete la Nazionale. Giusto?

“Si si, già da qualche anno abbiamo una rappresentativa formata da giocatrici molto forti. E i risultati sono soddisfacenti”.

La giocatrice più forte di Spagna?

“Bea Martin, universale della Mostoles, società di Madrid”.

In conclusione, cosa chiederebbe alla Federazione spagnola?

“Oggettivamente posso dire che tutte le nostre società non accusano particolari problemi. Ma c'è un discorso presente in molte altre nazioni: rispetto al calcio a 5 maschile c'è meno attenzione. Mi piacerebbe, e penso di parlare a nome di tutti gli altri miei colleghi, che ci fosse più considerazione. Ma la volontà di far bene c'è, almeno questo è un buon punto da cui partire per poter ambire ad un livello organizzativo e strutturale sempre più organizzato”.

Gisberto Muraglia

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