Intervista al “Gatto” rossoblù

Venerdì, 24 Luglio 2009

Parla la numero uno salentina: “Il nostro gruppo è speciale, unico ed insostituibile: siamo una grande famiglia. La soddisfazione più bella? La vittoria con l'Isef nella semifinale scudetto”

Il suo straordinario talento nei pali regala alle sue compagne una assoluta sicurezza. Grazie ai suoi riflessi fuori dalla norma e alle sue parate plastiche, per lei è stato coniato il soprannome di “Gatto”. Alle finali scudetto di Cercola, oltre al tricolore per Valentina Margarito, è arrivato il prestigioso riconoscimento di miglior portiere della competizione iridata che l'hanno disegnata come la numero nel suo ruolo nello stivale. E c'è da scommettere che per la giocatrice salentina, precisamente di Patù, le soddisfazioni saranno ancora tante.

Per lei a Cercola è arrivata una doppia soddisfazione: scudetto e premio come miglior portiere. Come ci si sente?

“E' una gioia incredibile. La cosa più importante, ovviamente, era assicurarci il tricolore che ci mancava molto. Poi essere riuscita a vincere il premio come miglior portiere mi ha molto inorgoglita, perchè vuol dire che sto lavorando nel verso giusto. Ovviamente so che devo continuare così, il segreto è allenarsi sempre al massimo. Guai ad adagiarsi sugli allori”.

Con la Roma lei ha giocato con un fastidioso dolore al dito della mano sinistra, ma visto i risultati nessuno l'ha notato. Forse perchè mai avrebbe rinunciato a giocare quella partita. Conferma?

“E' vero, avevo un forte dolore al dito, ma non avrei saltato quella partita per niente al mondo. Tanto per intenderci, sarei scesa in campo anche con una sola mano a disposizione”.

Qualche informazione personale. Quando ha iniziato a giocare e quando è stata notata dal Real Statte?

“Io ho iniziato a giocare da quando avevo 12 anni. Il Real, invece, mi notò sei anni fa, quando giocavo il campionato regionale con la Sporting Planet di Corsano, squadra salentina. Quando mi notò il Real non ero al massimo fisicamente, ma l'allenatore Tony Marzella e il capitano Mina D'Ippolito, volevano assolutamente parlare con la mia famiglia. I miei genitori furono molto contenti dell'interessamento del Real che mi portò a Statte. E non sono più andata via”.

Ci racconta un aneddoto particolare nella sua militanza con la sue compagne di squadra? Una partita, un episodio accaduto nello spogliatoio...

“Non bisogna andare molto lontano con il tempo: dico sicuramente la semifinale scudetto di quest'anno vinta con l'Isef Poggio Marino. Ci tenevo particolarmente a vincere quella partita, la sentivo molto. E' stata quella vittoria la mia soddisfazione sportiva più bella”.

E' ripresa la preparazione in vista del prossimo campionato regionale, che lo Statte fa suo da undici anni consecutivi. Come riuscite a trovare gli stimoli giusti ogni anno?

“Vincere è sempre bello, quindi è più logico che non abbiamo nessuna intenzione di mollare la presa. Ogni anno ci mettiamo grinta, passione, determinazione, e così vogliamo continuare per molto altro tempo”.

La società, dopo aver messo a segno il primo colpo di mercato ingaggiando Daiana Bianco, potrebbe riservare ancora qualche sorpresa. C'è una giocatrice del campionato regionale che le piacerebbe vedere in rossoblù?

“Ci sono tante brave giocatrici nel campionato regionale, ma io mi tengo stretta Daiana. Per me è stato un acquisto molto importante che ci regala maggiore qualità e quantità. Sono davvero felice per il suo arrivo. Se la società dovesse decidere di prendere altra gente forte, qui a Statte c'è sempre posto per le migliori”.

Insieme a Susy Nicoletti, originaria di Parabita, è una delle due salentine del gruppo. Lei, invece, è l'orgoglio di Patù. Cosa hanno detto in paese della sua straordinaria impresa?

“Ne parlano tutti. Sono molto felici di vedere una loro compaesana vincere qualcosa di importante a livello nazionale, sono molto orgogliosi di me, e per quanto mi riguarda sono entusiasta di rappresentare Patù con le nostre imprese. Ma tutto questo, ovviamente, è possibile soltanto grazie agli obiettivi che ha raggiunto la squadra. Speriamo di dare ancora tante soddisfazioni al mio paese”.

Domanda conclusiva. Le chiedono tre aggettivi per descrivere la grande famiglia del Real Statte. Quali sceglie?

“Speciale, unica ed insostituibile. Il Real Statte è la mia vita”.

Una ragazza speciale, Valentina, sempre pronta a blindare la porta con i suoi interventi prodigiosi. Anche lei, però, ha delle controindicazioni: le sue parate, infatti, possono far causare serie crisi di nervi alle avversarie.

Gisberto Muraglia
Addetto stampa Real Statte


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