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“La forza del Real Statte è l’unione del gruppo”
Giovedì, 24 Settembre 2009
Irene Digiorgio non ha dubbi: “Questa squadra è unica”. Sulla vittoria dello scudetto: “Una gioia indimenticabile, quei giorni non li dimenticherò mai”. Su Valentina Margarito: “Non c’è nessuna concorrenza, da lei posso solo imparare. E’ fortissima”...
Dal Verdeblù Massafra al Real Statte, risultato: pochi mesi in rossoblù e subito il titolo di campionessa d’Italia. Per Irene Digiorgio dev’essere stata un’accoglienza indimenticabile. Ritrovarsi con la coccarda del tricolore cucito in petto è un onore che in poche possono vantare. Professionista seria, sempre puntuale agli allenamenti e tanta voglia di migliorare: queste le armi di Irene, una delle componenti dell’abbondante parco-portieri del Real Statte insieme a Daniela Blasi. Davanti a lei c’è una certa Valentina Margarito, miglior portiere d’Italia, ma della sua presenza la volenterosa Digiorgio ne fa soltanto uno stimolo in più. Il suo esordio in campo nazionale, comunque, l’ha già bagnato: si giocava sul campo della Pro Reggina, nella gara valida per la qualificazione alla Final Eight di Cercola, pochi minuti ma sufficienti per esibire il suo talento. Una giornata sicuramente da ricordare per Irene.
Irene Digiorgio, prelevata dal Verdeblù Massafra e subito campionessa d’Italia con il Real Statte. Per lei dev’essere stata un’accoglienza memorabile. Quali emozioni ha provato?
“E’ stata una serata che non dimenticherò mai, a dir poco memorabile. Ma devo ammettere che mi emozionai già la prima volta che mi chiamò mister Marzella, quando mi propose di giocare nel grande Real Statte. Sono arrivata nel bel mezzo del campionato regionale, quando già la concentrazione per la Fase nazionale era ai massimi livelli, quindi fin da subito ho potuto constatare la serietà e l’organizzazione di questa società. Poi la finale con la Roma fu qualcosa di eccezionale dal punto di vista emotivo, specie per me che non avevo mai vinto nemmeno un campionato regionale, figuriamoci aver conquistato il tricolore. Non ho giocato tanto, però mi sento come un portafortuna per questa squadra eccezionale”.
Cosa ricorda in particolar modo di quell’indimenticabile 28 giugno 2009?
“Ricordo l’incredibile sofferenza durante le partite. Non solo durante la finali, bensì durante tutte le partite della tre giorni di Cercola. Ho capito di essere forte di cuore (ride, ndr). Scherzi a parte, ricordo benissimo anche lo sguardo sfinito di Roberta Buonfrate, il sudore delle mie compagne nonché l’incredibile impegno profuso da tutte noi. E poi, ovviamente, il rigore decisivo di Mina, un po’ come il rigore di Grosso ai Mondiali di Berlino. Gli abbracci, le lacrime di felicità e il nostro mister ricolmo di gioia dopo due ore vissute ad alta tensione. Non dimenticherò mai quei giorni, per me è come se non fossero mai passati”.
Lei si allena e gioca con Valentina Margarito, insignita a Cercola con il prestigioso titolo di miglior portiere d’Italia. Insieme a Daniela Blasi. Come vive la concorrenza con una collega così famosa e forte?
“Ricordo che a scuola mi dicevano di “spolpare” gli insegnanti per ottenere il sapere. Io con Valentina faccio cosi: la osservo, la studio e cerco di rubarle qualcosa di quelle sue magnifiche capacità simili a un felino. Con lei non c’è concorrenza, ma solo voglia di lavorare e apprendere, lei è fortissima”.
Ormai è in squadra da diversi mesi. Cosa l’ha colpita di più, invece, dell’intero gruppo?
“Sono al Real da quasi nove mesi e se c’è una cosa che mi ha colpito in particolar modo è la costante voglia di lavorare bene, in maniera professionale e costruttiva. E poi la competenza del nostro mister, io lo chiamo “il guru”. Senza dimenticare l’unione dello spogliatoio, in campo e fuori, è il segreto di questa squadra”.
Domanda sul futuro. La squadra aspetta di sapere i dettagli per la finale di Coppa Italia, ancora avvolta nel mistero. Come state vivendo quest’attesa?
“Viviamo la cosa molto serenamente, anche se non vediamo l’ora di sapere la data. Probabilmente, rispetto alle gare di Ariccia, ci sarà una emozione diversa. Nella scorsa edizione abbiamo giocato quarti, semifinale e finale, mentre adesso sarà partita unica. Diciamo che l’enfasi è diversa, ma di certo sappiamo quanto ci stiamo impegnando e, personalmente, penso che se continuiamo a lavorare come stiamo facendo adesso non ci sarà avversario che tenga. Vogliamo la Coppa”.
Chiudiamo con il campionato regionale. C’è la possibilità che si parta con una suddivisione in due gironi. Come giudica questa eventualità?
“Questa è una possibilità che, per quanto mi riguarda, non mi entusiasma per niente. Il fatto che ci sono diverse squadre in più rispetto agli anni passati è positivo e sarebbe esaltante organizzare un campionato unico, ci sarebbe più spirito di competizione. Io non cambierei nulla, la formula degli scorsi anni è, a mio avviso, la migliore”.
Dal Verdeblù Massafra al Real Statte, risultato: pochi mesi in rossoblù e subito il titolo di campionessa d’Italia. Per Irene Digiorgio dev’essere stata un’accoglienza indimenticabile. Ritrovarsi con la coccarda del tricolore cucito in petto è un onore che in poche possono vantare. Professionista seria, sempre puntuale agli allenamenti e tanta voglia di migliorare: queste le armi di Irene, una delle componenti dell’abbondante parco-portieri del Real Statte insieme a Daniela Blasi. Davanti a lei c’è una certa Valentina Margarito, miglior portiere d’Italia, ma della sua presenza la volenterosa Digiorgio ne fa soltanto uno stimolo in più. Il suo esordio in campo nazionale, comunque, l’ha già bagnato: si giocava sul campo della Pro Reggina, nella gara valida per la qualificazione alla Final Eight di Cercola, pochi minuti ma sufficienti per esibire il suo talento. Una giornata sicuramente da ricordare per Irene.
Irene Digiorgio, prelevata dal Verdeblù Massafra e subito campionessa d’Italia con il Real Statte. Per lei dev’essere stata un’accoglienza memorabile. Quali emozioni ha provato?
“E’ stata una serata che non dimenticherò mai, a dir poco memorabile. Ma devo ammettere che mi emozionai già la prima volta che mi chiamò mister Marzella, quando mi propose di giocare nel grande Real Statte. Sono arrivata nel bel mezzo del campionato regionale, quando già la concentrazione per la Fase nazionale era ai massimi livelli, quindi fin da subito ho potuto constatare la serietà e l’organizzazione di questa società. Poi la finale con la Roma fu qualcosa di eccezionale dal punto di vista emotivo, specie per me che non avevo mai vinto nemmeno un campionato regionale, figuriamoci aver conquistato il tricolore. Non ho giocato tanto, però mi sento come un portafortuna per questa squadra eccezionale”.
Cosa ricorda in particolar modo di quell’indimenticabile 28 giugno 2009?
“Ricordo l’incredibile sofferenza durante le partite. Non solo durante la finali, bensì durante tutte le partite della tre giorni di Cercola. Ho capito di essere forte di cuore (ride, ndr). Scherzi a parte, ricordo benissimo anche lo sguardo sfinito di Roberta Buonfrate, il sudore delle mie compagne nonché l’incredibile impegno profuso da tutte noi. E poi, ovviamente, il rigore decisivo di Mina, un po’ come il rigore di Grosso ai Mondiali di Berlino. Gli abbracci, le lacrime di felicità e il nostro mister ricolmo di gioia dopo due ore vissute ad alta tensione. Non dimenticherò mai quei giorni, per me è come se non fossero mai passati”.
Lei si allena e gioca con Valentina Margarito, insignita a Cercola con il prestigioso titolo di miglior portiere d’Italia. Insieme a Daniela Blasi. Come vive la concorrenza con una collega così famosa e forte?
“Ricordo che a scuola mi dicevano di “spolpare” gli insegnanti per ottenere il sapere. Io con Valentina faccio cosi: la osservo, la studio e cerco di rubarle qualcosa di quelle sue magnifiche capacità simili a un felino. Con lei non c’è concorrenza, ma solo voglia di lavorare e apprendere, lei è fortissima”.
Ormai è in squadra da diversi mesi. Cosa l’ha colpita di più, invece, dell’intero gruppo?
“Sono al Real da quasi nove mesi e se c’è una cosa che mi ha colpito in particolar modo è la costante voglia di lavorare bene, in maniera professionale e costruttiva. E poi la competenza del nostro mister, io lo chiamo “il guru”. Senza dimenticare l’unione dello spogliatoio, in campo e fuori, è il segreto di questa squadra”.
Domanda sul futuro. La squadra aspetta di sapere i dettagli per la finale di Coppa Italia, ancora avvolta nel mistero. Come state vivendo quest’attesa?
“Viviamo la cosa molto serenamente, anche se non vediamo l’ora di sapere la data. Probabilmente, rispetto alle gare di Ariccia, ci sarà una emozione diversa. Nella scorsa edizione abbiamo giocato quarti, semifinale e finale, mentre adesso sarà partita unica. Diciamo che l’enfasi è diversa, ma di certo sappiamo quanto ci stiamo impegnando e, personalmente, penso che se continuiamo a lavorare come stiamo facendo adesso non ci sarà avversario che tenga. Vogliamo la Coppa”.
Chiudiamo con il campionato regionale. C’è la possibilità che si parta con una suddivisione in due gironi. Come giudica questa eventualità?
“Questa è una possibilità che, per quanto mi riguarda, non mi entusiasma per niente. Il fatto che ci sono diverse squadre in più rispetto agli anni passati è positivo e sarebbe esaltante organizzare un campionato unico, ci sarebbe più spirito di competizione. Io non cambierei nulla, la formula degli scorsi anni è, a mio avviso, la migliore”.
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