Nova Vigliensis, Prete: «Si salva solo l’Arcadia»

Martedì, 3 Maggio 2011
Il dirigente della Nova Vigiliensis e della squadra biscegliese di futsal femminile traccia il bilancio stagionale

Quattro chiacchiere con Alessandro Prete, dirigente di Nova Vigiliensis e Arcadia, per tracciare il bilancio definitivo della stagione 2010/2011, sviluppando anche una riflessione sul futsal biscegliese in genere. Il quadro che ne emerge non è molto confortante, ma la volontà di andare avanti, a dispetto delle difficoltà, resta intatta.

Cominciamo dal torneo di C2. L’illusione generata dalla discreta partenza ha ben presto lasciato spazio al dispetto per il successivo declino e poi allo sconforto di chi vede tramontare i propri sogni uno dopo l’altro. È legittimo, allora, parlare di fallimento? Cosa non ha funzionato?
«Numeri alla mano, parlare di fallimento è purtroppo inevitabile. Nelle intenzioni iniziali c’era un campionato di vertice e alla fine, invece, non abbiamo raggiunto neppure l’obiettivo minimo dei playoff. Personalmente ritengo che non abbia funzionato la strategia di puntare sull’esperienza e sulla qualità dei giocatori provenienti da categorie superiori. Proprio loro, infatti, hanno tradito le aspettative, probabilmente perché non sono riusciti a calarsi nella realtà della serie C2. Una realtà in cui l’aspetto agonistico prevale su quello tecnico-tattico; in cui sono le motivazioni a fare la differenza».
Non sarebbe stato più opportuno puntare su qualche giovane interessante e smanioso di emergere? Un po’ sulla scia del San Rocco Ruvo, che non a caso ha centrato l’accoppiata campionato - Coppa Puglia e sta ottenendo risultati prestigiosi pure in ambito nazionale con la compagine under 21.
«Sì, i giovani sono sempre la risorsa migliore. Penso, per esempio, a Mazzone ed Erragh del San Rocco o a Ortuso del Garganus: autentiche rivelazioni, che hanno fatto le fortune dei rispettivi club. Il problema, però, è a monte e consiste nella mentalità da torneo amatoriale con cui gli atleti, giovani compresi, affrontano la C2 a Bisceglie. Ciò accade perché il panorama del calcio a 5 cittadino è assai variegato e le attenzioni si concentrano tutte sulle squadre principali. Altrove non è così. Esistono posti dove il quintetto che milita in C2 è addirittura la massima espressione dello sport locale; posti dove la partita del sabato pomeriggio è un vero evento, seguito con passione dai tifosi e vissuto con fierezza da chi scende in campo. Credetemi, qui non è affatto facile costruire un collettivo vincente a questi livelli».
Restando in tema di giovani, l’altra delusione stagionale è arrivata dalla formazione under 18, penultima in classifica al termine del torneo regionale Juniores. Avevate sopravvalutato il materiale tecnico a vostra disposizione?
«Il materiale tecnico non era male. È il materiale umano, semmai, che lasciava a desiderare. Mi riferisco ai ragazzi che hanno interpretato l’avventura del campionato non come un’opportunità per crescere e imparare a stare in gruppo, ma come un semplice passatempo, un compitino da svolgere senza impegno, se e quando ce n’era la voglia. Con simili premesse non si va lontano. Nulla di strano, quindi, che certi elementi si siano persi per strada, abbandonando la nave in anticipo. Al traguardo finale sono giunti soltanto i più volenterosi e alcuni di loro rientreranno nel prossimo progetto della prima squadra».
A proposito di progetti, il 2010 ha visto decollare una novità assoluta per il centro sportivo Vigiliensis: largo alle donne con la nascita dell’Arcadia Bisceglie, secondo polo cittadino di futsal femminile. Esperimento riuscito?
«Già il fatto di aver partecipato al campionato regionale, nonostante gli innumerevoli intoppi organizzativi, rappresenta un successo. Sul piano dei risultati si poteva fare leggermente meglio, ma aver vinto entrambi i derby con il Team Bisceglie Girl è una gioia che supera l’amarezza derivante da qualche punto buttato via. Il principale motivo d’orgoglio, comunque, sta nell’entusiasmo contagioso che le ragazze hanno dimostrato e che mi ripaga dei tanti sacrifici sostenuti. Insomma, tenuto conto che si trattava dell’annata d’esordio, sono soddisfatto e posso anticipare che l’esperimento avrà un seguito».

www.novavigiliensis.it

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