Noci, intervista a Giancarlo Piangivino

Martedì, 5 Luglio 2011
Intervistiamo Giancarlo Piangivino, allenatore uscente dell'ASD Noci C5.
• Mister, da molti anni lei è nel mondo del calcio a cinque. Più gioie o più dolori?
Effettivamente sono diversi anni che sono nel calcio a 5, prima come dirigente,poi ho sentito la passione e l’esigenza di provare l’ esperienza da allenatore. E cosi nel 2004 ho preso il patentino da allenatore, e da allora ho sempre allenato cercando di migliorarmi ogni anno e di trasmettere alla squadra entusiasmo, passione, divertimento ma anche impegno, volontà e umiltà, componenti fondamentali che servono per poter ottenere risultati positivi. Fin dal primo anno avrei potuto allenare in C1 poiché mi era subito stata offerta l’opportunità di allenare l’allora Atletico Noci retrocesso in C2 ma poi ripescato in C1; ma preferii partire dalle giovanili,sempre in C1 allenando l’under 21 del CSG Putignano che attualmente milita in A2 e devo dire che in due anni abbiamo ottenuto ottimi risultati portando la squadra tra le sedici under 21 più forti d’Italia e soprattutto (ci tengo a dirlo) solo con giocatori italiani, stabilendo anche il record di vittorie nel girone. Poi ritenuta conclusa la mia avventura nelle giovanili del CSG ho allenato il Nociazzurri2006, una società nuova nel panorama del calcio a 5.Nel primo anno abbiamo ottenuto senza grandi risorse umane e economiche il traguardo del sesto posto nel girone C sfiorando i playoff e vincendo la coppa disciplina,un ottimo risultato direi per una principiante. Nell’anno successivo ho allenato il Futsal King Putignano,squadra che però ho lasciato a novembre, in buona posizione di classifica,ossia al terzo posto a soli 5 punti dall’atletico Fasano che vinse poi il campionato( Futsal King invece finì il campionato in bassa classifica con il pericolo di dover fare i playout perché fu istituita allora la retrocessione in serie D). Nell’anno successivo sono ritornato al NociAzzurri2006 ( retrocesso in serie D poi ripescato di nuovo in C2) conquistando i playoff risultato al di là di ogni previsione, sfiorando la C1, e poi due anni fa sono approdato nell’Asd Noci c5 che era retrocesso in C2 dove ho ottenuto la massima soddisfazione, ma anche la più grande amarezza..
• Qual è stato l'anno che le ha portato maggiori soddisfazioni?
Come ho detto prima, la massima soddisfazione l’ho avuta il primo anno nell’Asd Noci calcio a 5 , squadra appena retrocessa in C2 e con tutta la società da rifondare. Malgrado tutte le difficoltà e con un inizio stentato, abbiamo fatto un campionato straordinario arrivando secondi in classifica a solo 8 punti dallo stratosferico LC FIVE Martina e poi stravincendo i playoff regionali battendo in finale il Città di Bari dopo una rincorsa fatta di 20 vittorie e due pareggi spalancando le porte della C1. Risultato impensabile in partenza ma e’ stato solo merito dei giocatori che ci hanno creduto fortemente,prendendosi una rivincita non indifferente.
• Quest'anno appena concluso, la sua squadra è retrocessa in serie C2, tradendo un pò le aspettative. Cosa non ha funzionato?
Come si sa’ il salto di categoria porta a cercare di allestire per forza di cose una rosa più competitiva e investire risorse economiche che molte volte non ci sono. La squadra ha corso il pericolo di non iscriversi al campionato per mancanza di risorse economiche ed il presidente aveva manifestato la volontà di lasciare per motivi lavorativi. Per scongiurare che tutto ciò accadesse mi sono impegnato in prima persona e avvalendomi dell’esperienza da ex dirigente di trovare le risorse economiche indispensabili per poter allestire almeno una squadra che potesse competere in C1. All’inizio di dicembre eravamo al quinto posto in piena zona playoff malgrado una serie di defezioni di giocatori sia per infortuni e sia per abbandoni per motivi di lavoro. Sempre a dicembre abbiamo perso Alessandro Morricella per un grave infortunio;a gennaio invece ,per problemi familiari il nostro bomber Roberto Carriero. Aggiungo però che la maggior parte delle partite, sono state perse per inesperienza ed episodi decisivi,specie errori arbitrali. In ogni modo non siamo retrocessi direttamente,ma pur salvandoci vincendo con il Bisceglie la finale playout, la nostra retrocessione e’ stata determinata dalla contemporanea retrocessione in serie C1 del Barletta c5 retrocesso proprio nell’ultima giornata dal campionato di serie B. Insomma,un regolamento a dir poco discutibile e una classifica ripescaggi che premia ancor prima di noi,squadre arrivate addirittura al quinto posto nel campionato di c2 ..assurdo! Ovviamente mi prendo tutte le responsabilità del risultato negativo ottenuto con il rammarico di aver forse impiegato tante energie nell’organizzazione societaria e trascurando l’aspetto tecnico che ho sempre cercato invece di fare nel migliore dei modi.
• Progetti per il futuro?
Ho avuto proposte di allenare nel settore giovanile, ma sinceramente voglio dimostrare di essere ancora un allenatore valido. Il mio più grosso rammarico e di non aver trovato mai una società ambiziosa che mettesse a mia disposizione organizzazione e risorse economiche in modo da poter allestire un roster competitivo costruito da me;ho dovuto sempre accontentarmi e arrangiarmi con quello che c’era. Purtroppo il futsal e’ uno sport poco conosciuto a livello mediatico soprattutto a livello regionale e soltanto i successi con squadre costruite per vincere ti danno la possibilità di avere visibilità senza purtroppo esser considerato per i risultati ottenuti in base alle potenzialità a disposizione.
• Cosa suggerirebbe per migliorare il mondo del futsal?
Prima di tutto suggerirei di cercare in tutti i modi di migliorare attraverso tutte le componenti del calcio a 5, la classe arbitrale che molto spesso,sia per limiti tecnici sia per la mancanza di tranquillità determina il risultato delle partite. Poi è assolutamente da rivedere l’omologazione data a campi a dir poco scandalosi dove le misure e le distanze minime non vengono rispettate. Vorrei si rendesse obbligatorio a tutti i livelli,anche nelle giovanili il patentino da allenatore,che si inculcasse in tutti i modi la cultura sportiva e il fair play ed infine che si limitasse l’ utilizzo degli stranieri nei campionati regionali per far crescere i giocatori italiani e quelli che provengono dal settore giovanile.
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