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L’urlo della Focus: “Enza, la serie A è per te”
Grande commozione in casa rossonera dopo la prematura dipartita di Enza Ricci, moglie del vice presidente Vincenzo Maffei e mamma della numero uno Cristina: "Non ci ha mai abbandonato, era una persona speciale. Tutto quello che abbiamo conquistato quest'anno è per lei". (a sinistra il bellissimo fotomontaggio realizzato dal grafico martinese Pierangelo Lacarbonara)
Quella della Focus Foggia è stata una grande stagione, sotto tutti i punti di vista. Per la compagine dauna è arrivata una serie A più che meritata, frutto di un cammino infarcito di infiniti record. Un grande traguardo, quello del massimo proscenio del futsal in gonnella. E come spesso accade, un traguardo speciale viene dedicato ad una persona altrettanto speciale. La dedica in casa Focus è per Enza Ricci, moglie del vice-presidente Vincenzo Maffei e mamma della numero uno delle rossonere Cristina, prematuramente scomparsa a causa del male del secolo, il cancro. Una dipartita ricolma di tristezza, quella della signora Enza, madre e moglie esemplare, integerrima lavoratrice nonché fedelissima tifosa Focus. I funerali si sono svolti lo scorso 3 luglio quando, nella gremita chiesa di Sant’Antonio, in tantissimi hanno voluto dare l’ultimo saluto ad Enza. C’erano proprio tutti: la Focus al gran completo, parenti, amici. Momenti profondi, spesso di grande commozione, hanno ricordato la figura della signora Enza, donna sempre dedita alla famiglia e al lavoro. A nome della Focus ci ha pensato la segretaria Maria Stella Monaco a salire sul leggio, seguita dal bellissimo omaggio del prete che ha saputo sapientemente raccontare le virtù di Enza con parole forti e di grande impatto emotivo.
FAMIGLIA SEMPRE AL PRIMO POSTO Il pensiero del vice-presidente Vincenzo Maffei, accompagnato dai figli Cristina e Gianluca, non tarda certo ad arrivare. “Ho conosciuto Enza nel 1971, sui banchi di scuola. Riusciva ad essere moglie e mamma dolce ma severa allo stesso tempo – ricorda uno dei massimi esponenti del sodalizio rossonero - e quando c’erano divertimenti, ferie ed anche spese frivole anteponeva sempre il futuro dei suoi figli. Anche la casa circondariale di Foggia, il suo posto di lavoro, la ricorda con grande affetto”. Poi per i Maffei è tempo di sentiti ringraziamenti: “Vorremmo ringraziare la dottoressa Di Fruscolo del reparto di neurologia di Foggia per l’alacre impegno profuso alla causa di mia moglie. Ha preso davvero a cuore la nostra situazione, non lesinando alcuno sforzo specie quando la malattia avanzava. Un grazie di cuore – continua la famiglia Maffei – va anche ad Elvira Tonelli, moglie del nostro dg Salvatore Musci che, nonostante gli esami di stato di sua figlia, è stata notti intere al capezzale di mia moglie. Non meno importanti – conclude Vincenzo Maffei – i contributi di mio fratello Gianfranco, medico ospedaliero che ci ha messo a disposizione tutto il necessario e del dottor Meola, papà della nostra calcettista Martina, intervenuto con grande amore e dedizione. Gente eccezionale, sempre pronti a rincuorare me, Cristina e Gianluca”.
SEMPRE IN PRIMA LINEA A TIFARE FOCUS Intenso, significativo e toccante, non poteva certo mancare il pensiero di tutta la squadra, strettasi intorno alla famiglia Maffei come solo un grande gruppo e una grande squadra sa fare: “Lei non era solo la moglie del vice-presidente o la mamma di Cristina, lei era semplicemente Enza. Assisteva sempre ai nostri incontri – dichiarano le sportive più vincenti di Capitanata – solo che preferiva non farsi vedere, perché aveva paura che la sua amata figlia potesse farsi male. Ma Enza c’era, sempre. Seguiva i movimenti della figlia con lo sguardo del cuore e non ci lasciava mai sole, ci sosteneva anche nei momenti difficili ed in trasferta, non facendoci mai mancare, da persona saggia, intelligente e lungimirante, il suo incoraggiamento”. Una passione, quella di sua figlia Cristina, diventata col tempo uno dei migliori portieri in Puglia, non sempre condivisa: “A volte non condivideva questa sua passione, ma ha accettato per amore della figlia, dandole sempre la possibilità di scegliere quello che più desiderava”. Successivamente le ragazze Focus raccontano il cambiamento della signora Enza, costretta a subire un beffardo e maligno volere del destino: “Eravamo abituate a vedere una persona energica, volitiva e mai arrendevole, era un maresciallo – raccontano le focussine – negli ultimi tempi però le cose sono cambiate e da protettrice è diventata una protetta. La malattia l’ha inevitabilmente cambiata ma la sua forza, il suo stile e la sua umiltà le hanno permesso di affrontare nel migliore dei modi il male”. Un vero e proprio insegnamento, quello lasciato da Enza: “Dalla sua sofferenza abbiamo imparato che dal dolore può nascere amore e, come dice il cantico dei cantici, l’amore è forte come la morte, anzi, più forte della morte: l’amore dura per sempre, con la morte finisce tutto. Il suo ricordo è vivo, sarà sempre con noi e fungerà – concludono commosse e provate le rossonere - da faro che, nella notte, illuminerà il nostro cammino. In fin dei conti questo è solo un altro modo di viaggiare”.
LA STELLA PIU’ BELLA Il Wild Focus Foggia è il gruppo del tifo organizzato rossonero. Sempre presente durante il campionato, non poteva certo mancare anche in questa seppur triste occasione. A voce del suo rappresentante, Donatello Summa, puntuale arriva il ricordo per Enza: “Di solito la stella nel calcio, cucita su una maglia, simboleggia la vittoria in vari campionati. Noi da quest'anno – spiega deciso Summa, punto di riferimento per la Focus - abbiamo una stella con tutt'altra importanza ancora di più dei vari campionati vinti, ma non è cucita su una semplice maglia la portiamo e la porteremo nel cuore per sempre e brilla nel cielo ed ha un nome: Enza. Ci guarderà e ci aiuterà a vivere con entusiasmo gioia e voglia di vincere in questo primo campionato di Serie A , dedicato a lei. Ciao Enza, ti vogliamo tutti un mondo di bene”.
Si dice che la morte ponga fine a tutto, ma non sempre, qualcosa gli resiste. In fondo è risaputo che il cuor di mamma mai t’abbandona. Come un bambino che chiede alla sua mamma: “Da dove sono venuto? Dove mi hai raccolto?” La mamma ascolta, piange e sorride mentre stringe al petto il suo bambino. “Eri un desiderio dentro al cuore.” Quel desiderio che non si spegnerà né in terra, né in mare né tantomeno in cielo.
Gisberto
Muraglia