Ita Salandra, storia di una squadra di “pazze scatenate”

Lunedì, 16 Gennaio 2012

Euforia a mille dopo la super vittoria interna di ieri contro la Virtus Roma, battuta 4-1. Adesso le lucane volano. E se…

Durante la webcronaca dell’incontro Carlo De Sandoli, addetto stampa dell’Ita, lo ha ripetuto più volte: “Nicoletta Sergiano, tu non sei normale! Nicoletta, tu sei una pazza!”. Ha ragione. Nicoletta è la Sergiano allenatrice del Salandra, quella formazione che dopo il pluri-decorato Real Statte ha steso anche la Virtus Roma. E se metti insieme Statte e Roma ci escono cinque scudetti, altrettante Coppe Italia e quattro Supercoppe di marca stattese. Tralasciando volutamente gli sconfinati titoli regionali. Ieri al Pala “Saponara” di Salandra è arrivata l’ennesima conferma della bontà di questa squadra, l’autentico incubo delle big. Guardando la partita il primo impatto ricevuto è stato quello di una squadra, l’Ita, paziente, mai frenetica, saggia tatticamente. La Roma ha attaccato, creato occasioni, ma questa irriverente Salandra non ne ha mai subito il timore reverenziale, ne si è scomposta. Dal canto suo ripartiva, cinica e spietata, con le sue giocatrici portate in Lucania da quella “pazza” di coach Sergiano, capace di mettere insieme un mix tanto giovane quanto esplosivo. Eh si, perché ad un certo l’età media non superava i ventidue anni. Esperienza che aumentava con la presenza dell’highlander Lina De Vita, quell’altra “pazza” e sfrontata che ha realizzato il 4-0 con un pallonetto magistrale, roba da far andar giù il Pala “Saponara” di un ridente paese della Basilicata, che forse tanto rumore non l’aveva mai sentito prima d’ora. Ma prima del quarto gol è arrivato il.. gol di Quarta, una romanista doc nonché tra le autentiche rivelazioni di questa tanto attesa Serie A, imitata in precedenza da Fiengo e la solita Mari Pinto da Putignano con furore. Nel frattempo Gelsomino prima, Di Biase dopo, si trasformavano in delle autentiche saracinesche. Non a caso la Di Biase è soprannominata “Benji”, portiere giapponese di quel famoso cartone animato giapponese. Onore al merito anche alle varie Turcinovic e L’Assainato, gli altri preziosi tasselli di un mosaico a dir poco prezioso. Tra le virtussine sguardi increduli, spiazzati. “Cosa potrà fare l’Ita con Statte e Roma?” si diceva. Sulla carta niente, sono zero punti. Già, sulla carta. E non bisogna dimenticare che sempre l’Ita è quella squadra che, ad una manciata di minuti dal termine, conduceva 4-2 sulla Lazio. Eravamo all’ottava giornata. E la Lazio insegue la capolista solitaria Real Statte, mica bazzecole. Un’ultima considerazione bisogna farla. Sesta giornata, l’Ita impatta tra le mura casalinghe col Cus Palermo per 2-2, al termine di una gara dove il tecnico delle isolane, La Bianca, quasi non credeva ai suoi occhi per quell’incredibile punto conquistato. L’Ita fece furore, fermata soltanto dall’estremo difensore palermitano. E allora se si assommano le mancate (ma sfiorate) vittorie con Lazio e Cus, vien da sé farsi i conti sulla posizione in classifica dell’Ita. Tutto il resto sono chiacchiere da bar. Salandra, il sogno continua.

Di Gisberto Muraglia

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